GS Le Panche Castelquarto

Associazione Sportiva Dilettantistica

Non avevo voglia...

C’era una volta un podista magro che non aveva paura delle salite né degli sconnessi né tanto meno delle discese.

Quella domenica mattina il podista magro si svegliò, andò in bagno e tornò subito a letto. Non aveva nessuna voglia di correre. Fortunatamente non riusciva a riprendere sonno e con rassegnazione disse tra sé e sé: Andrò! Scese così nella civiltà, la attraversò e la riabbandonò subito visto che il posto era dall’altra parte del mondo!

...

Alla partenza, i soliti affezionati guardano il crinale, o forse è il crinale che guarda loro. Comunque tutti preoccupati ci avviamo alla partenza, tra la chiesa e il cimitero, e poi si va, finalmente il via. Un gruppetto di cinque, sei ragazzini prendono subito il largo. Non sanno quello che li aspetta. Meglio controllare quest’altra vecchia volpe al mio fianco.

Come volevasi dimostrare, sulle prime pietraie i ragazzi pagano pegno. Se arrivo al crinale in compagnia della vecchia volpe è fatta! Ma già al ristoro prima di imboccare quello che ora si direbbe un single track sono solo. Che fare? Rallentare? No non regalo niente, se mi vogliono passare devono sudare!

Fra me e il crinale, una salita che forse solo in pochi riusciamo a correre. Arrivo in cima e sono ancora solo. Adesso ci sono tre chilometri di alpeggi meravigliosi che mi godo, in saliscendi che ti incitano ad andare, fino alla staffetta che ti ributta giù in una discesa agli inferi. Ma conosco il sentiero pietra per pietra. Qui non mi prende nessuno, finché non vedo l’ambulanza che presidia il rientro sulla carrabile. E da li galoppo fino alla valle degli orti. Poi un budello stretto dove ci passa a mala pena una persona, ma tanto sono ancora solo.

Un muro di venti metri, ma ecco in fondo i giudici e sono primo!!! Questo nella mia corsa preferita. Alla mitica gara dello Scarabone. Ora posso mangiare anche le mitiche schiacciatine! E dire che non avevo voglia.

Panchista Anonimo


I racconti di Pietro

A far star fermo il nostro presidente Cinzia che non finisce di fare una cosa che ne pensa subito un’altra, in questo periodo di forzata inattività, ha pensato bene di chiedere agli atleti come me di raccontare una o più corse che ci ricordiamo più volentieri.

Personalmente in circa 25 anni di podismo, una delle gare che mi ritorna più spesso alla mente è la Firenze-Reggello, allora di 38 km, io ne ho fatto 5 - 6. Con le prime edizioni si passava da Leccio, ed era leggermente più lunga ma con salite meno impegnative. Era una corsa molto impegnativa e dura, ma la facevo volentieri perché pur non essendo velocissimo riuscivo a mantenere una andatura costante che mi permetteva di superare compagni che nelle corse più brevi mi battevano sempre. Durante il percorso a Pontassieve e a San Donato in Fronzano trovavo sempre dei colleghi di lavoro che mi incitavano e questo mi faceva molto piacere. Un’edizione fu particolarmente dura con nevischio e vento contrario per tutto il percorso, ma arrivati una bella doccia al campo sportivo ci rimise in sesto.

Un’altra corsa che mi piaceva era lo Scarabone allora di 18 km, dopo aver fatto un giro nel paese di Vaglia si saliva con una salita durissima in cima al monte e si percorreva il crinale e per un bel tratto si godeva un panorama bellissimo, si riusciva a vedere anche il castello di Legri. Verso la fine del crinale c’era un cartello che indicava la discesa verso Vaglia ma quel giorno c’era anche una gara di mountain bike, e per errore fu posto sul nostro cartello il percorso delle bici e tanti podisti compreso me sbagliarono strada, ci trovammo a Paterno, così invece dei già duri 18 km ne facemmo 25. All’arrivo le proteste furono tante ma gli organizzatori ci calmarono con tante scuse e tante schiacciatine cotte al forno.

Quella che in assoluto mi ricordo più volentieri è la mezza maratona di Vienna con 27.000 partecipanti. Partimmo dal Prater, il percorso passava dalle strade più belle della città. Lungo il percorso c’erano tante orchestrine che suonavano i valzer viennesi e tanta gente che applaudiva e incitava. Una cosa emozionante fu l’arrivo posto in una delle piazze più belle di Vienna in mezzo ad un pubblico numerosissimo.

Ora basta !!!

Pietro