LE PANCHE  - CASTELLO  - QUARTO

Lo scopo di queste poche righe vuole essere l’illustrazione delle origini dei nomi di queste località. Detto in parole più semplici “perché si chiamano così”.

CASTELLO  deve il suo nome al castellum aquae, un grande serbatoio dell’acquedotto di Firenze costruito sotto l’imperatore Claudio, dove venivano immagazzinate le acque del torrente Marina prima di essere condotte in città. L’acquedotto romano (I-II secolo d.C.) riforniva d’acqua la citta di Florentia. La località di presa , pochi Km a nord di Calenzano, ancora oggi nota come La Chiusa, sulla via barberinese, incanalava le acque del torrente Marinella e le conduceva in città dopo un percorso di ben 16 km. L’acquedetto correva sotterraneo costeggiando le pendici di Monte Morello fino a piegare scendendo parallelo a via delle Gore e giungeva a destinazione attraverso un percorso sopraelevato su archi lungo via Filippo Corridoni, Via Faenza e Piazza S. Pier Maggiore fino al “Terminus Caput aquae" in via delle Terme/via del Capaccio dove partivano le fistulae aquariae che rifornivano i vari stabilimenti termali e produttivi della città.
Durante i lavori per la costruzione di abitazioni  tra via di Quarto e via Niccolò da Tolentino, nel 2006, sono state messe in luce tre consistenti porzioni di questo acquedotto per un totale di 70 metri lineari, attualmente visibili nel parco di queste abitazioni.

Attualmente Castello è sede di numerose e magnifiche ville; prima di tutte la Villa Reale di Castello con il suo giardino all’italiana, attualmente sede dell’Accademia della Crusca e la villa Medicea della Petraia, entrambe patrimonio dell’umanità dell’ambito delle Ville Medicee.

QUARTO era il quarto miglio della via Cassia Antica che da Firenze andava fino a Pistoia. Attualmente via di Quarto costeggia i muri di una villa seicentesca  denominata recentemente “Castelquarto”. Nel 1800 si chiamava Villa Erminia e fu costruita sopra una casa dugentesca della famiglia Adimari. Passò poi a vari proprietari fino ad arrivare, nel 1600, alla famiglia Albizi  che le dette l’attuale impronta. Nel XIX secolo appartenne a Gerolamo Bonaparte, ex re di Vestfalia, il quale la lasciò in eredità alla figlia Matilde, sposa del principe russo Anatolij Demidoff. Fu in questo periodo che la villa assunse la struttura definitiva che si ammira anche oggi. Dopo ulteriori passaggi di proprietà nel 1908 venne acquistata dai baroni Ritter de Zahony, che ne curarono un restauro complessivo. Negli anni 80 la villa fu suddivisa in diversi proprietari ed il piano primo (Piano Nobile) con vista su Firenze fu acquistato dalla famiglia Massini. Tra gli ospiti illustri si ricordano lo storico e statista francese Adolf Thiers e lo scrittore statunitense Mark Twain, la cui moglie spirò proprio in questa villa.

PANCHE  era “un piccolo borgo posto tra la pieve di S. Stefano in Pane ed il Casale del Sodo”. Si pensa che “Le Panche” fossero  le opere di difesa realizzate per proteggere le terre circostanti dalle piene del Terzolle e sistemate lungo gli argini, chiamate appunto panche, panchine o pancali.

L’edificio più importante di via delle Panche è la chiesa di S.Stefano in Pane costruita nei secoli 12°/13°, molto probabilmente  sui resti di una necropoli romana che si estendeva  dal ponte sul Terzolle fino alla chiesa. Altro edificio degno di nota è la Villa Cattani/Cavalcanti che, dopo vari proprietari fu acquistata da Enrico Caruso. Attualmente ospita una clinica, Villa Gisella.

Tra il 1919 e il 1930 in via delle Panche al numero 60,ci fu la sede degliStudi Cinematografici di Rifredi (i primi veri stabilimenti cinematografici d’Italia denominati la “piccola Hollywood”) che nel momento di maggior sviluppo occuparono 50.000 metri quadri di terreno . Furono realizzati numerosi films muti soprattutto per l’intervento del conte Giovanni Montalbano. A causa del forte passivo fu poi venduta ad una società americana per chiudere definitivamente negli anni trenta con l’avvento del cinema parlato.

Buona parte del percorso si svolge nel quartiere di RIFREDI che ha una sua storia interessante e più antica di quanto si potrebbe pensare.

RIFREDI deriva da Rivus Frigidus, che poi sarebbe il Terzolle, così detto per la bassa temperatura delle acque dovute al fatto che nella parte alta della valle del Terzolle la neve rimaneva per lungo tempo in alto in una località chiamata oggi Buca della Neve. Terzolle a sua volta deve il suo nome a “Tertium Lapidem” cioè la pietra  che segnava il terzo miglio della Via Cassia. Va detto, solo per curiosità, che in origine il Terzolle sfociava nell’Arno all’altezza del Ponte alla Vittoria e solo nel  1500  è stato deviato per sfociare nel Mugnone. Era un fiume impetuoso che in caso di pioggia si gonfiava e provocava disastrose piene che distruggevano i campi intorno.

Nella parte alta di Rifredi il Terzolle corre lungo via delle Gore, cosi’ chiamata perché fino alla metà del secolo scorso erano presenti diversi mulini il cui movimento era garantito appunto dalle “gore”, canali artificiali che deviavano l’acqua del torrente consentendo così il funzionamento delle macine. Nell’ultimo tratto di via delle Gore il Terzolle corre lungo via del Berignolo, nome che deriva dal piccolo canale (“berignolo “ o “berigno”) che portava l’acqua al vicino mulino.
Il quartiere nacque e si sviluppò intorno alla chiesa ed al ponte sul Riofreddo. Proprio sul ponte era stata eretta un’osteria  “l’osteria di Gianesse” che perfino Lorenzo il Magnifico ricorda nella sua opera “il Simposio”.
Tutti n’andiam verso il Ponte a Rifredi,
ché Giannesse ha spillato un botticello
di vin che presti facci i lenti piedi

Nel 1808 il rione d Rifredi divenne parte del comune di Pellegrino da Careggi, staccato dal comune limitrofo di Fiesole, che durò fino al 1865 quando, con Firenze capitale d’Italia, il suo territorio passò al comune di Firenze.

Fino al 1870 Rifredi era territorio di ville di importanti famiglie fiorentine. Da quell’anno, con l’avvio dell’attività dei macelli inizia lo sviluppo indistruale della zona. La stazione ferroviaria di Rifredi fu costruita nel 1889 ed incise profondamente sul quartiere determinando l’istallazione di attività industriali, quali la Galileo, la Manetti & Roberts, l’Istituto Farmaceutico Militare, la Superpila, la Chiaverini, la Seves,  che hanno fatto parte della vita di Rifredi.
Una piccola curiosità: nel 1895 fu fondata una scuola di ricamo “Maison Donalici Rifredi School” che produsse biancheria di lusso  per principi ed attori diventando famosa in tutto il mondo. Ha chiuso nel 1960 per mancanza di allievi e problemi di tasse.
 Adesso il nome Rifredi è rimasto ad una strada quasi nascosta dietro Piazza Dalmazia.


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